Carta, natura e innovazione: sostenibilità creativa e la magia della tunica d’aglio
Un’intervista che racconta una storia di sostenibilità
Un giorno ho conosciuta Rosa Ferro, un’imprenditrice agricola laureata in scienze ambientali.
Mi parlava di tuniche d’aglio e della loro utilità. Devo ammettere che non sapevo che la “buccia” d’aglio si chiamasse tunica e che i singoli spicchi da seme si chiamassero bulbilli d’aglio. Mi ha parlato anche di carta ecologica creata con le tuniche d’aglio e di un premio per aver pensato ad un riciclo ecologico di questo scarto alimentare.
Mi ha incuriosito molto questa idea di carta ecologica e alternativa agli alberi anche se sono foreste con certificazione FSC.
Questa certificazione la trovate applicata a molte tipologie di carta. La certificazione FSC è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti – legnosi e non legnosi – derivati dalle foreste.
Esistono due tipi di certificazione FSC: la certificazione di Gestione forestale e la certificazione di Catena di custodia.
Con questa carta da scarto alimentare, non abbiamo bisogno delle foreste.
Altri esperimenti sostenibili di maestri cartari
La carta ecologica di Rosa, prodotta dalle tuniche d’aglio, ci ha ispirati a esplorare altre incredibili possibilità offerte dalla sostenibilità. Sapevate che esistono carte realizzate con materiali innovativi come denim riciclato, alghe marine, paglia, e perfino pietra?
Nel prossimo articolo approfondiremo queste alternative sorprendenti, svelando un mondo di creatività e rispetto per l’ambiente.
Questa della carta è una tradizione antica: i tipografi di una volta, con il loro studio appassionato delle proporzioni dei caratteri tipografici, non si limitavano a creare lettere dai segni perfetti, ma spesso producevano anche le loro carte, cercando la resa ideale per valorizzare al meglio le loro opere. Restate con noi per scoprire di più!
Cosa ci ha raccontato Rosa?
Ci ha raccontato come sia riuscita a trasformare le tuniche d’aglio in un materiale unico e sostenibile, condividendo il processo creativo, l’importanza di aver ricevuto un premio e le sue riflessioni sulla sostenibilità e sull’importanza di proporre alternative green. Un viaggio nel suo impegno per l’ambiente e nella sua visione di un futuro più consapevole.
Soprattutto, ci ha spiegato quanto possa essere semplice ed economico creare qualcosa di nuovo e rispettoso dell’ambiente. Altri hanno scoperto nello scarto alimentare una risorsa preziosa e versatile, utile persino per la produzione di materiali destinati alle borse.
È un’imprenditrice agricola laureata in scienze ambientali.
Come ti è venuto in mente di produrre la carta dal vestito dell’aglio?
È stata un’idea che è venuta perché noi in azienda avevamo coltivato l’aglio e l’aglio si coltiva piantando i bulbilli d’aglio, ovvero gli spicchi che si ottengono da una testa d’aglio da seme. All’inizio raccoglievamo sia le bucce o tuniche d’aglio e anche quegli spicchi d’aglio che per il mercato, purtroppo, non andavano bene e producevamo con quest’ultimi la crema d’aglio. Ho pensato di trovare un modo per utilizzare la tunica e ho avuto l’idea di farne carta e dopo delle prove, ho visto che funzionava. Si poteva produrre carta con le tuniche d’aglio.
Cosa significa aver realizzato questo prodotto peraltro in modo ecologico?
Significa aver offerto un’alternativa. Ci sono già delle alternative, certo, ma la mia la reputo diversa perché io la produco in un modo semplice, utilizzando pochissimi strumenti, pochissima acqua e pochissima energia. Fra l’altro si può anche ottimizzare sia per il recupero dell’acqua sia per l’energia. Per creare la mia carta, non ho bisogno di lavare prima le tuniche e quindi, già si risparmia dell’acqua e poi frullo le tuniche con un frullatore. La produzione si basa sull’ordine effettuato dal cliente e per questo non viene mai creata carta in esubero, inoltre l’energia elettrica può essere prodotta dai pannelli solari. Utilizzo pochissima acqua. Come strumenti uso semplicemente un frullatore, una pentola, un telaio e una pressa. Non ho comperato nessuno strumento ma li ho recuperati o me li hanno regalati, usati. Non ci sono spese al momento per la produzione perché non ho spese per l’acquisto della materia prima che recupero in modo gratuito. Quello che desideravo dimostrare è che è possibile produrre un prodotto dagli scarti senza avere un eccesso di spese o di fondi.
Aver vinto un premio o riconoscimento per questa idea che sapore ha e dove porta?
Ha un sapore bello, ci si sveglia la mattina e si è contenti, ma è chiaro che bisogna restare con i piedi per terra. È stato inaspettato, non lo sapeva nessuno, non ci sono state intercessioni…è chiaro, tutto quello che mi è venuto, me lo sono presa con un grande entusiasmo, anche perché tante volte ci sono parole dietro, persone che ti spingono per…ma, no! tutto questo non c’è stato; quindi, è un sapore di vittoria vera e propria.
Dove porta?
Eh! Porta lontano, perché comunque ci sono pubblicità, conosci persone, persone che ti cercano e tutto questo ti da una spinta emotiva per produrre. Poi c’è tanta anima green in queste idee e si riconduce alla seconda domanda che mi hai fatto. Inoltre, ci tengo a dire che offrire un’alternativa, significa anche far cambiare pensiero negli altri, perché spesso non si hanno alternative o ci si butta su cose molto più facili che si trovano in commercio, però mettendosi davanti e proporre si dà la possibilità di scegliere e dà più opportunità.
Che cosa significa nella pratica, avere un’anima attenta all’ambiente?
Significa guardare a tutto quello che si fa: progettare, programmare, stare attenti al prodotto e programmare tutto il processo dall’inizio alla fine.
Il mercato come risponde a questa proposta di carta alternativa?
Risponde bene. È un prodotto che entusiasma, è una cosa nuova. Tutte le cose nuove richiamano attenzione, ma soprattutto è meravigliato da tutto e il riscontro è positivo. Se si propone le persone la comprano.
Qual è la tua percezione rispetto al tema persone e stili di vita sostenibili?
Le persone si stanno orientando, ma c’è ancora bisogno di informazione perché molte volte i concetti non si applicano più che altro perché sembra che non si siano capiti appieno e quindi non si applicano o non si comprendono bene le conseguenze o magari non si hanno conoscenze di tipo scientifico a prescindere dalla scuola. Secondo me, dice Rosa, gli stili di vita attenti all’ambiente sono una cosa che va insegnata già da bambini nelle scuole e quello che è fondamentale è mettere in evidenza le cause e gli effetti. La mia percezione è che siamo sulla strada, ma ancora molto lontani dal traguardo.
La creatività di Rosa merita di essere conosciuta: condividi questo articolo e ispira altre menti green!
Quali sono le tue esperienze con carte particolari che hai prodotto o che usi?
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