Sono almeno 4 gli ambiti in cui non può mancare la gentilezza
Ho usato il titolo “l’arte della grafica gentile” in modo volutamente un po’ sibillino. Nella lingua italiana il termine grafica si presta ad una doppia interpretazione. Chissà a cosa mi riferisco. Alla persona che svolge l’atto di realizzare grafiche o grafica nel senso di prodotto creativo?
Direi che la gentilezza possa riguardare entrambe. Tu cosa ne dici?
Design e designer
Sia la persona che effettua l’atto, sia l’atto in sé e il suo prodotto, si riferiscono alla gentilezza e all’intenzione gentile, poiché attingono a molti valori riconducibili alla gentilezza.
La gentilezza è una manifestazione dell’anima che crea valori (molti) per la sua stessa sussistenza ed essendo essa stessa un valore, si realizza nei valori. Nell’ambito della grafica, il valore dell’atto gentile, si narra attraverso e per mezzo delle scelte consapevoli dell’artista grafico e dell’intenzione e l’atto di creare.
Partiamo dal principio. Facciamo un passo indietro ed iniziamo dall’etimologia del termine gentile. La parola gentile, da cui il termine gentilezza, deriva dal latino gentilem che significa appartenere ad una gens, ovvero una formazione famigliare allargata.
Le famiglie antiche e i 4 ambiti in cui non può mancare la gentilezza
Nell’antica Roma ci si identificava con un preanomen ovvero un nome proprio tipo Marcus, Gaius, etc ed usato in contesti informali; con un nomen che indicava la gens, ossia il clan di appartenenza della sua famiglia, come la gens Claudia, ed infine un cognomen come Catilina.
Si avevano allora nomi altisonanti come Caio Giulio Cesare Ottaviano, per gli amici Augusto!
La gens, era una famiglia nobile allargata a cui appartenevano anche molte famiglie o individui. Gli appartenenti ad una gens avevano dei reciproci doveri di assistenza e difesa. Così l’essere gentili, implicava un comportamento fraterno che esprimeva la qualità più pura di rispetto e cura benevola, genuina.
Assistenza e difesa, sono un aver cura ed è per questo che al termine gentile si trascende passando da un’espressione di modi garbati, amichevoli e premurosi, fino ad un’intenzione più grande che è quella di avere cura, prendersi cura di qualcuno o qualcosa.
I modi gentili, si estendono per loro stessa definizione “prendersi cura di” a noi stessi, agli altri esseri umani ed alla vita sul pianeta (animali e piante), e al pianeta stesso come CASA che ci accoglie.
L‘una e l’altra
Il team di lavoro, lo studio di grafica, l’azienda, diventano gens. L’azienda è gens, è cura, valore e rispetto. La gens e la gentilezza, quindi, diventano la più grande ricchezza per le persone che ne fanno parte: qualità dell’idee e benessere collettivo. Nell’espressione “l’arte della grafica gentile” il termine grafica, è usato sia per indicare la professionista (o il professionista – grafico -) che attua la creazione di prodotti grafici che il risultato dell’atto creativo, che è e deve essere espressione gentile.
Si presume che siano svolti con amore e passione, e quindi con cura e pertanto manifestando gentilezza.
L’espressione della gentilezza, si esplicita nei confronti del cliente di cui ci si prende cura ascoltando con il cuore, in modo empatico, le sue necessità, le aspettative ed i suoi desideri. Si concretizza per conseguenza intima della consapevolezza che gentilezza è espressione di valore, d’identità, di amore, e pertanto il cliente è la persona, per la quale stiamo facendo un lavoro sul quale investe denaro ed aspettative.
La stessa manifestazione incontra anche l’ambiente. Raggiungere la consapevolezza delle proprie azioni, per prendersi cura dell’ambiente, interrogandosi su quale sia l’impatto che un grafico/a producono su di esso.
Abbiamo creato un MAGAZINE sui canali social (sotto al paragrafo trovi i link), dove raccontiamo le persone che aiutano gli altri nell’ambito del settore Food & Beverage, di cosa si può utilizzare come packaging nel F & B in particolar modo, di come tutti possiamo prenderci cura degli altri e dell’ambiente.
Questo è il video di copertina, per la presentazione.
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