Plastica, ormoni, antibiotici, pesticidi, diserbanti e mercurio
Senti odore di primavera? Hai voglia di scampagnate? Pranzi all’aperto con a tavola i 6 elementi fondamentali? Certo, Covid-19 permettendo…
Presto, appena potremmo muoverci di nuovo, ne approfitteremo tutti per goderci l’aria, il caldo del primo sole primaverile e del buon cibo in un ristorante o preparato da noi e goduto in qualche piacevole area picnic.
Quant’è bello il contatto con la natura, la vita all’aperto, il cibo sano. Vero?
Studiare un po’
Leggendo libri di alcuni medici specializzati, che ci spiegano cose importanti riguardo le ultime frontiere della sana alimentazione, mi tuffo nel mondo del cibo andando a selezionare una serie di alimenti sì e alimenti no, per una sana nutrizione. Cibi sì, purché siano rispettosi dell’ambiente, a chilometro zero, e rispettosi di chi lavora per produrli. Mangiare più pesce, meno carne, pochi carboidrati e specialmente di tipo integrale e comunque a basso contenuto glicemico come pasta di riso o di mais. Niente o pochi latticini. Uova,
Se possibile, evitare di acquistare cibi troppo confezionati, specialmente nella plastica.
Può sembrare una cosa complicata, ma con un po’ di organizzazione, scrivendo cosa mangiare e quando durante la settimana, il percorso si può iniziare.
Ho deciso. Da oggi un nuovo percorso salutistico con l’aggiunta di attività fisica tutti i giorni. Anche soltanto 30 minuti.
Certo non ho optato per una dieta vegana. Non sono pronta e non sono neanche certa che faccia così bene.
Creare nuove abitudini
Al solo pensiero di fare tutte queste buone cose, mi sentivo meglio.
Creare nuove abitudini sane e avere riguardo per l’ambiente. Ero entusiasta all’idea di fare anche acquisti più responsabili, evitando di portare a casa prodotti imballati nella plastica (o magari semplicemente limitarne la quantità) e cercare di acquistare anche alimenti il più sano possibile, senza troppe lavorazioni industriali di trasformazione. Possiamo cucinare da soli, organizzandoci anche con l’uso del congelatore anche senza cucinare cose troppo elaborate, in modo da lasciare integri i sapori originari degli alimenti. È l’industria che ci suggerisce prodotti belli e pronti, facendoci credere che non abbiamo tempo e che quindi la soluzione è in una lasagna surgelata da mettere in forno e pronta da gustare.
Stai immaginando, la buonissima e sana cucina delle nostre nonne? Le nonne antiche, non quelle moderne che non sanno neanche fare la pasta fatta in casa.
Ripensare la dieta
Armata di tutte le migliori intenzioni, mi ritrovo con un grande senso di frustrazione se penso che vorrei fare un’alimentazione sana (senza arrivare al veganismo) e non è possibile.
Ti spiego cosa ho fatto, magari ho commesso un errore di pianificazione e tu potrai suggerirmi un cambiamento opportuno.
Allora, ho diviso i pasti in colazione, pranzo e cena. In una tabella settimanale (dal lunedì alla domenica, per poi ricominciare ciclicamente). Ho inserito la base proteica in modo da mangiare carne in 3 o 4 pasti a settimana (preferendo la carne bianca), pesce in 3 o 4 pasti a settimana, affettato 1 pasto a settimana, uova 6 pasti a settimana, lupini e fagiolini di soia (per mettere abbastanza proteine che non siano animali), 2 sere di digiuno (8/16 – in 8 ore assumi tutte le calorie che avresti assunto anche con la cena e poi stai a digiuno per 16 ore – fallo soltanto sotto la guida di un/una nutrizionista esperta come sto facendo io).
Poi ho fatto uno sforzo in più per inserire gli alimenti portentosi per vitamine, omega3, etc…
Tutto bello, no? Si tratta d’impegnarsi un pochino, ma poi con l’abitudine, tutto fila liscio. Allora la frustrazione da dove viene?
I 6 elementi
La frustrazione mi arriva dai 6 elementi fondamentali e indispensabili, che definisco tali, con ironia perché siamo costretti ad assumerli:
- plastica
- ormoni
- antibiotici
- pesticidi
- diserbanti
- mercurio
si si, lo so, li troviamo ovunque:
- Pesce d’allevamento = antibiotici
- Pesce di mare = plastica e mercurio
- Carne (bovino, suino e pollo) d’allevamento intensivo (dei supermercati e dei mini market, se non anche del negozietto) = antibiotici ed ormoni
- Uova = antibiotici ed ormoni
- Insaccati = antibiotici, ormoni e conservanti
- Latte = antibiotici ed ormoni
- Formaggi = antibiotici, ormoni e conservanti
- Olio EVO = pesticidi e diserbanti
- Vini= pesticidi
Cosa si fa? Tu hai voglia di mangiare questi 6 elementi fondamentali dai quali non possiamo liberarci facilmente? La giornalista Sabrina Giannini, ce lo ha spiegato nelle puntate della trasmissione “Indovina chi viene a cena” in onda su Rai 3 a cicli di 5 puntate.
Credo che un’alternativa più sostenibile, possa essere il limitare il consumo della carne e dei suoi derivati, oltre ad impegnarci a controllare l’origine e la filiera come da indicazione di etichetta, denunciando le irregolarità e/o non acquistandone i prodotti ed orientarci nel prediligere soprattutto i produttori locali.
Le isole
Se creassimo delle isole produttive? Localizzando molto le produzioni, si avrebbero diversi vantaggi:
- controllo dei “centri” produttivi, attraverso organi più locali e più gestibili;
- aumento della sicurezza per la qualità dei prodotti;
- più vitalità per i produttori locali che adesso sono schiacciati dai grandi produttori (multinazionali) sleali;
- riduzione del trasporto e minore produzione di CO2;
- budget risparmiato per il trasporto che può essere investito per un packaging ecologico e progettato per il riuso;
- visitare il produttore e verificare della bontà di quanto pubblicizza;
- animali e piante gestite con armonia poiché in quantità limitata;
- maggiore tutela per il territorio e la biodiversità;
- eliminare i 6 elementi fondamentali.
Se vuoi capire meglio cosa stiamo facendo a questo pianeta e agli animali che insieme a noi lo abitano, ti suggerisco qualche lettura. Non saranno piacevoli, ma credo che conoscere la realtà, sia importante per poterla cambiare. Siamo quasi 8 miliardi di individui che mangiano almeno 3 volte al giorno per una media di circa 75 anni…è tanta roba!
Non aggiungo le considerazioni sul divario alimentare che c’è in popolazioni “ricche” con individui mediamente in sovrappeso e popolazioni che non hanno cibo ed acqua.
Gentilezza diffusa
Lo sforzo di ogni persona deve andare non solo verso il rispetto della natura, ma anche degli altri essere umani: verso l’equità sociale. Questo sarà sempre più difficile, visto che i cambiamenti climatici in atto, creeranno zone sempre più aride, altre sempre più fredde e comunque, saranno limitate sempre più le aree dove sono possibili gli allevamenti e le coltivazioni.
La mancanza d’igiene e l’alimentazione “industriale” degli allevamenti intensivi, daranno luogo sempre più frequentemente a zoonosi. Le persone saranno sempre più affamate e bisognose anche del nostro cibo, se ne avremo. Dovremmo ricordarci di dividere il cibo con un fratello o una sorella, affamati. Dovremmo pensare, fin da oggi, di essere grati per il cibo che abbiamo la fortuna di mangiare e di iniziare a “maneggiarlo” con cura. Dovremmo essere, sempre, gentili (vedi articolo sulla gentilezza . Va bene per ogni contesto. Leggi qui) con la terra e le forme di vita che lo abitano. Dovremmo poter mangiare con rispetto e moderazione, senza dover assumere i 6 elementi fondamentali.
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